Cos’è la Mindfulness
cascata

Cosa è la Mindfulness?

 


La Mindfulness affonda le sue radici nel mondo buddhista, nell’ambito del quale rappresenta solo una parte di un complesso insieme di pratiche spirituali, credenze, e insegnamenti volti a incrementare la consapevolezza sulla natura e sulle cause della sofferenza, e a realizzare la libertà spirituale.

Va sottolineato che la Mindfulness, così come è intesa all’interno di questo sito e ormai diffusamente nel mondo occidentale, costituisce un adattamento secolare, non religioso, delle pratiche meditative buddhiste. La Mindfulness è divenuta infatti uno strumento di trattamento, seppure compreso all’interno delle cosiddette terapie complementari, utile in una serie di condizioni fisiche e psicologiche; da molti anni poi, la ricerca di ambito medico e psicologico si è focalizzata nello studio dell’efficacia e dei meccanismi fisiologici alla base degli effetti della Mindfulness.

Si può dire che la Mindfulness sia un aspetto della coscienza comune a tutti gli esseri umani, che può essere coltivato anche attraverso pratiche di meditazione di consapevolezza.

Mindfulness è la traduzione dalla lingua pali della parola Sati che significa “consapevolezza, ricordo”. Nel mondo occidentale le definizioni date alla parola Mindfulness sono più articolate: quella maggiormente seguita è quella di Jon Kabat-Zinn: “la Mindfulness è la consapevolezza che deriva dal prestare attenzione in modo intenzionale all’esperienza, nel momento presente e in modo non giudicante”.  Secondo altri autori a questi si aggiungono altri elementi quali la curiosità, l’accettazione, le gentilezza e la pazienza, che completano la definizione.

La Mindfulness, così come è praticata nei protocolli basati su di essa, è l’insieme di due tipi di pratiche meditative derivate dal Buddhismo: Samatha e Vipassana . Il primo sistema di meditazione comporta la concentrazione su un oggetto concreto o su un mantra o sul respiro, mentre tutte le altre attività mentali sono allontanate. In questo tipo di meditazione si possono raggiungere stati molto piacevoli sebbene temporanei. Nel secondo sistema di meditazione il meditante allarga il cono di luce della consapevolezza dal singolo oggetto gradualmente a tutta l’esperienza percepita di momento in momento. Si giunge ad una consapevolezza aperta, ad una intuizione profonda, o chiara visione, fino alla chiara ed esatta consapevolezza della realtà così come è.

Coltivando la consapevolezza del nostro stato psicofisico, delle sensazioni che incessantemente arrivano al nostro corpo, delle percezioni sensoriali, delle emozioni e dei pensieri, aumentiamo la conoscenza di noi stessi, e le capacità di autoguarigione che il nostro “io psicofisico” possiede. In una parola, scopriamo e alleniamo la saggezza.

Cosa NON è la mindfulness?

 

La Mindfulness non è solo una tecnica di rilassamento. Quest’ultimo può verificarsi durante la pratica di meditazione, ma non necessariamente. Durante le pratiche meditative siamo invitati a portare la consapevolezza su qualunque esperienza stiamo vivendo nel momento presente, con atteggiamento accogliente e curioso, anche quando l’esperienza è sgradevole.

Non è un modo di andare in trance, di fuggire dalla realtà, anzi, la pratica ci connette pienamente con la realtà, con la sua sofferenza e con la sua gioia, mettendoci di fronte a noi stessi così come siamo, momento dopo momento. Questo può avere come conseguenza il miglioramento dell’umore e la riduzione dell’ansia che ci accompagnano quotidianamente, anche se l’obiettivo non è direttamente quello di “tirarsi su di morale”.

La Mindfulness non è destinata a persone straordinarie o ai santi, ma tutti la possono praticare nel proprio quotidiano. Le capacità di Mindfulness sono presenti in tutti gli esseri umani, devono solo essere coltivate, così come coltiviamo una piantina nel nostro giardino.

Non è una pratica religiosa come comunemente intendiamo e non richiede l’adesione a un credo; la pratica di consapevolezza mira semplicemente a rivelare la realtà così com’è.

La Mindfulness non è un’attività intellettuale: diversamente da altre tradizioni, non si propone di ragionare su idee o su scritti di insegnanti spirituali, e l’oggetto della meditazione è l’esperienza del meditante.