La mania: peculiarità del disturbo bipolare di tipo I

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La mania è il fenomeno peculiare del disturbo bipolare di tipo I.

Durante l’episodio maniacale il paziente presenta un’esaltazione dei sentimenti di benessere e di potenza, un senso di gioia e di serenità eccessivi e sganciati dall’esperienza vissuta, che fa apparire i pazienti esageratamente ottimisti, ilari e superficiali. L’elevazione dell’umore si riflette anche nell’aspetto e nei gesti dei pazienti, che sono enfatici e teatraleggianti, nella mimica continuamente mutevole, ricca di smorfie, ammiccamenti e sorrisi, nell’abbigliamento vistoso e inusuale, con colori accesi e spesso contrastanti; e nel trucco appariscente; nelle forme più gravi prevalgono il disordine la trasandatezza nel vestire e la scarsa igiene personale.

In realtà benessere e gioia non durano a lungo: frequentemente compaiono rapide fluttuazioni dell’umore, e gli aspetti ludici e gioiosi possono essere improvvisamente sostituiti da malumore (disforia), irritabilità e aggressività, non di rado l’euforia è interrotta da brevi periodi di flessione del tono dell’umore con crisi di pianto e tristezza che rapidamente scompaiono lasciando nuovamente il posto alla giovialità.

Alcune volte l’episodio maniacale insorge improvvisamente, talvolta precipitato da eventi stressanti o dall’assunzione di amfetamine o cocaina, spesso i pazienti iniziano a manifestare sintomi moderati o lievi di: iperattività, ridotto bisogno di sonno, aumento dell’appetito con tendenza a mangiare in modo disordinato, ad abusare di alcolici e caffè, aumento della spinta sessuale con comportamenti disinibiti e sconvenienti, sensazione di energia e di benessere, loquacità, aumentato coinvolgimento nei più svariati interessi, e umore euforico, o a tratti irritabile. In queste fasi iniziali l’individuo può mantenere dei buoni livelli di adattamento socio-lavorativo, e l’aumento della produttività nella maggior parte dei casi si associa comprensibilmente alla mancanza totale di consapevolezza di malattia, il paziente cioè è convinto di star bene. Non c’è sensazione di fatica o stanchezza ed il paziente usa per le sue attività la notte indifferentemente dal giorno.

Il discorso è fluido, concitato, senza pause, ad alta voce; frequente è l’uso di battute, giochi di parole, commenti divertenti e rime, che qualche volta risultano offensivi, aggressivi fino al turpiloquio.Talvolta l’affollamento delle idee e di pensieri che si accavallano nella mente sono tali che il paziente non riesce più ad esprimersi se non con frasi frammentarie spesso incomplete e prive di senso, e con l’aggravarsi della mania il linguaggio, da retorico e pomposo, diventa monotono, ripetitivo, talora stereotipato, i temi affrontati sono aneddotici e biografici, lunghe e dettagliate descrizioni per lo più inutili, senza alcun valore informativo (“insalata di parole”).

Qualche volta si assiste a manifestazioni psicotiche floride come deliri (di onnipotenza: il paziente è convinto di avere particolari attitudini artistiche o scientifiche, di appartenere a famiglie altolocate, di essere ricco, di essere stato designato per svolgere una particolare missione, e per questi motivi può essere convinto di essere spiato, seguito e perseguitato) e allucinazioni per lo più uditive, ma anche visive, olfattive, spesso frammentarie, di breve durata, talora associate a tematiche deliranti a contenuto mistico-religioso.

Quando l’episodio raggiunge il culmine vi possono essere ripercussioni negative in ambito familiare, sociale, e legale. Se l’iperattività è inizialmente proficua, con il progredire del disturbo, può rivelarsi improduttiva e dispersiva: i pazienti in fase maniacale diventano infatti incapaci di portare a termine tutte le attività intraprese. In alcuni casi diventano violenti e aggressivi, spesso si coinvolgono in attività potenzialmente rischiose: spese eccessive, investimenti in affari avventati, uso e abuso di alcol e sostanze, attività illegali, guida spericolata. Di conseguenza, la mania può essere causa di separazioni e divorzi, della perdita del posto di lavoro per le lunghe assenze per malattia, e di conseguenze legali per i comportamenti avventati.

L’episodio maniacale ha una durata spontanea che va da alcuni giorni fino a 3-4 mesi; talvolta può avere un’evoluzione cronica, mentre in genere si risolve bruscamente o nel giro di qualche giorno con il ritorno allo stato di eutimia o con il passaggio in depressione o in uno stato misto.

scritto da Alessandra Benedetti

 

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