ACT: le sei facce del diamante

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Flessibilità psicologica: il diamante a sei facce

Descriviamo in dettaglio i sei aspetti cardine dell’ACT, il cosiddetto “Esagono della Flessibilità (Exaflex).

Si tenga presente che i sei processi fondamentali dell’ACT non sono processi separati, è più utile pensarli come sei facce di un unico diamante. Il diamante stesso è la flessibilità psicologica, ovvero l’abilità di essere nel momento presente con piena consapevolezza e apertura alla nostra esperienza e di intraprendere azioni guidate dai nostri valori. Più semplicemente, è la capacità di “essere presente, aperto a fare ciò che conta”. Parlando tecnicamente, lo scopo principale dell’ACT è aumentare la flessibilità psicologica. Quanto maggiore è la nostra capacità di essere pienamente consapevoli, aperti alla nostra esperienza e di agire sulla base dei nostri valori, maggiore sarà la nostra qualità di vita perché saremo in grado di rispondere molto più efficacemente ai problemi e alle sfide che la vita porta inevitabilmente con sé. Inoltre, attraverso un pieno coinvolgimento nella nostra vita e permettendo ai nostri valori di guidarci, svilupperemo un senso di significato e di scopo e sperimenteremo un senso di vitalità. Vediamo dunque con le parole di Russ Harris, (R. Harris: “Fare ACT”; 2012), più in dettaglio questi aspetti

 

Contatto con il momento presente (Essere nel qui e adesso)

 

Contattare il momento presente significa essere psicologicamente presenti: consapevolmente “in contatto con”, e partecipi di tutto ciò che accade in questo momento. Gli esseri umani trovano molto difficile rimanere nel momento presente. Sappiamo quanto sia facile farsi catturare dai nostri pensieri e perdere il contatto col mondo che ci circonda. Possiamo trascorrere un sacco di tempo assorti in pensieri sul passato o sul futuro oppure, invece di essere pienamente consapevoli della nostra esperienza, possiamo azionare il “pilota automatico”, semplicemente “facendo le giuste mosse”. Entrare in contatto con il momento presente significa portare in modo flessibile la nostra consapevolezza sia sul mondo fisico che ci circonda, sia sul mondo psicologico dentro di noi o su entrambi contemporaneamente. Significa anche prestare attenzione consapevolmente alla nostra esperienza qui ed ora invece che andare alla deriva nei nostri pensieri.

 

Defusione Cognitiva (Osservare il proprio pensare)

Defusione significa imparare a “fare un passo indietro” e separarci o staccarci dai nostri stessi pensieri, immagini e ricordi. Invece di essere catturati dai nostri pensieri od essere in loro balia, li lasciamo andare e venire come se fossero semplicemente automobili che passano davanti a noi. Facciamo un passo indietro e guardiamo il nostro pensare, invece di perderci in esso. Vediamo i nostri pensieri per quello che sono, né più né meno che parole o immagini, non la realtà; portiamoli con leggerezza e non stringiamoli con forza.

 

Accettazione (Aprirsi)

Accettazione significa aprirsi e fare spazio a sentimenti, sensazioni, impulsi ed emozioni anche se dolorose. Abbandoniamo la lotta con loro, diamo loro qualche spazio di respiro e permettiamo loro di essere come sono. Invece di combatterle, resistere, scappare via da loro o rimanerne invischiati o sopraffatti, ci apriamo a loro per sentirle pienamente (ciò non significa che le vogliamo, o che ci debbano piacere, o che ci rassegnamo ad esse).

 

Sé come contesto (Pura Consapevolezza)

Nel linguaggio quotidiano parliamo della “mente” senza riconoscere che possiamo percepirne due diversi elementi: il sé che pensa e il sé che osserva. Abbiamo tutti familiarità col sé che pensa: quella parte di noi che pensa sempre, genera pensieri, credenze, ricordi, giudizi, fantasie, progetti e così via. Ma la maggior parte delle persone non ha familiarità col sé che osserva: l’aspetto di noi che è consapevole di qualsiasi cosa stiamo pensando, sentendo, percependo o facendo in qualsiasi momneto.

Un altro termine per il sé consapevole è “pura consapevolezza”. Nell’ACT il termine tecnico è “sé-come-contesto”. Ad esempio, nel corso della vita, il tuo corpo cambia, i tuoi pensieri cambiano, i tuoi sentimenti cambiano, ma quel “tu” che è in grado di notare od osservare tutte queste cose non cambia mai. È lo stesso “tu” che è lì da sempre, da tutta la vita. Generalmente ci riferiamo ad esso come “il sé che osserva”.

 

Valori (sapere quello che è importante)

Nel profondo del tuo cuore, di cosa vorresti che fosse fatta la tua vita? Per cosa vuoi impegnarti? Che cosa vuoi fare nel breve tempo che hai a disposizione su questo pianeta? Che cosa conta veramente per te?

I valori sono qualità desiderate delle nostre azioni in divenire, in altre parole descrivono il modo in cui vogliamo comportarci, secondo cioè quelli che per noi rappresentano qualità, virtù, valori etici. Chiarire i valori è un passo essenziale nella creazione di una vita piena e significativa. Nell’ACT ci riferiamo spesso ai valori come “direzioni di vita scelte”. Comunemente paragoniamo i valori ad una bussola perché ci danno la direzione e guidano il nostro cammino.

 

Azione impegnata (fare quello che serve)

Significa agire in modo efficace, guidati dai nostri valori. Conoscere i valori è importante, ma è solo tramite l’azione coerente che la vita diventa ricca, piena e significativa. In altre parole non potremo spostarci se guardiamo soltanto la bussola (i valori); il nostro viaggio si compie solo quando muoviamo braccia e gambe nella direzione scelta.

L’azione guidata dai valori fa emergere una vasta gamma di pensieri e sentimenti, sia piacevoli che spiacevoli, sia desiderabili che dolorosi. Dunque azione impegnata significa “fare quello che serve” per vivere secondo nostri valori, anche se questo può far emergere dolore e disagio. Tutti i tradizionali interventi comportamentali, come la definizione degli obiettivi, l’esposizione, l’attivazione comportamentale e lo Skill Training possono essere utilizzati in questa parte del modello. Ogni abilità che valorizza e arricchisce la vita: la meditazione, la gestione del tempo, l’assertività, l’automonitoraggio, il problem solving e il coping della crisi, può essere insegnata in questa parte dell’hexaflex. A condizione che tali attività siano al servizio dei valori e non dell’evitamento esperienziale; cioè che favoriscano la flessibilità psicologica.

scritto da Giovanni Marcacci

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