Il cuore dell’ACT: la flessibilità psicologica

 

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Gli sviluppi più recenti della psicoterapia cognitivo comportamentale hanno teso a enfatizzare sempre di più il ruolo centrale del meccanismo di accettazione in psicoterapia, a due differenti livelli: quello degli eventi esterni, e quello degli stati interni, vale a dire emozioni e pensieri.

Per modificare un evento psicologico, che – non dimentichiamolo – è il prodotto di un’esperienza che non possiamo cancellare a nostro piacere, è necessario cambiare il contesto emotivo soggettivo in cui questo evento si è verificato: solo in questo modo si può arrivare a modificare la funzione di quell’evento.

Nell’ambito delle terapie cognitive di terza generazione l’ Acceptance and Commitment Therapy (ACT) ha un posto di rilievo per la solidità dell’impianto teorico e il sostegno delle prove empiriche di efficacia, Nell’ACT le abilità di mindfulness hanno un ruolo fondamentale: il problema generale dei disturbi psicologici è attribuito alla rigidità psicologica; la cura è dunque attribuita allo sviluppo della flessibilità psicologica. Tale flessibilità viene raggiunta attraverso lo sviluppo di sei aspetti cardine, il cosidetto “Esagono della Flessibilità (Exaflex), applicati alle specifiche situazioni problematiche incontrate nel processo psicoterapico.

scritto da Giovanni Marcacci

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