Le emozioni sono tra gli aspetti più importanti e caratterizzanti della nostra esistenza; le definiamo comunemente come “ciò che da colore alle nostre giornate”, “il sale della vita”, “la colonna sonora della nostra esistenza”…“che vita sarebbe senza emozioni?”.

Questi modi di descrivere le emozioni dimostrano però quanto sia difficile definire una emozione, con la necessità di ricorrere a metafore e artifici retorici. Eppure la riflessione sulla vita affettiva accompagna l’essere umano dalla sua origine: accanto alla psicologia del senso comune, è la filosofia ad aver analizzato questo complesso mondo.

Il termine emozione deriva dal latino ex-moveo, che sottolinea il carattere di movimento, di spinta all’azione che connota le emozioni; la riflessione filosofica sulle emozioni accompagna la storia del pensiero: è presente già in Platone, in Aristotele, negli stoici; e in Cartesio, Hume e Spinoza, solo per citare alcuni degli autori che hanno dato fondamentali contributi a questo tema (la filosofia delle emozioni sarà oggetto di un altro intervento su www.MindfulPath.it).

La psicologia scientifica sorta alla fine dell’ottocento, che aveva l’intento programmatico di rifiutare ogni speculazione e di attenersi alle evidenze empiriche, per lungo tempo non si dedicò allo studio delle emozioni. Come osserva Martha Nissbaum: «…la maggior parte degli psicologi trovava ridicola l’idea che lo studio delle emozioni fosse una parte importante del loro lavoro. Ansiosi di liberarsi del mondo interiore dell’esperienza, gli psicologi profetizzarono che l’emozione sarebbe presto scomparsa dalla scena scientifica, come fenomeno “vago” e “inosservabile”» .

Al giorno d’oggi c’è un generale consenso nel ritenere le emozioni dei processi complessi e multifattoriali, in cui un organismo valuta la situazione (evento-stimolo), e va incontro ad un’attivazione e all’espressione delle risposte emotive, preparandosi all’azione. Per tale complessità si può parlare di esperienza emotiva.

Il processo interiore suscitato da un evento-stimolo rilevante per un qualsivoglia interesse dell’individuo si accompagna ad esperienze soggettive (i sentimenti), a cambiamenti fisiologici (le risposte periferiche regolate dal sistema nervoso autonomo, le reazioni ormonali e le modificazioni elettriche delle cellule della corteccia cerebrale), a comportamenti che veicolano una espressione (attraverso la postura e i movimenti del corpo, o le emissioni vocali).

Nel caso di alcune risposte emotive ad eventi-stimoli stressanti, si verificano modifiche fisiologiche che si rivelano adattive, in quanto permettono di mobilizzare le energie in maniera rapida e di far fronte a una situazione di emergenza. Queste alterazioni fisiologiche sono di breve durata e fanno parte delle reazioni di allarme presenti in tutte le situazioni di stress. Alcune di queste modificazioni fisiologiche possono essere misurate, e costituiscono un indice di alcune emozioni: per esempio, è possibile registrare le variazioni della pressione arteriosa o del ritmo cardiaco correlate con gli effetti di alcuni stimoli emotivi.

scritto da Giovanni Marcacci