SOTTOTIPI DI DISTURBI DELL’UMORE
bipolaremaschere

I disturbi dell’umore si distinguono in sottotipi di sulla base di aspetti trasversali, cioè come ci appare il paziente nel momento in cui lo osserviamo, e di aspetti longitudinali, cioè il tipo e la frequenza dei precedenti episodi di malattia ed il loro impatto sulla vita del soggetto. Naturalmente queste distinzioni non hanno valore puramente descrittivo, ma hanno notevoli ripercussioni sul piano prognostico e terapeutico.

Quando il soggetto presenta solo episodi depressivi, si parla di depressione ricorrente; quando sono presenti fasi maniacali o stati misti alternati a fasi depressive, siamo in presenza di un disturbo bipolare I. Quando alla depressione succedono fasi espansive di gravità inferiore alla mania (in questo caso si parla di episodi ipomaniacali) oppure stati misti attenuati, abbiamo un disturbo bipolare II. Una diagnosi corretta, in quest’ultimo caso, è molto importante in quanto in questi pazienti è stata osservata con notevole frequenza la concomitanza di disturbi da uso di sostanze, che potrebbero essere prevenuti curando per tempo il disturbo dell’umore. Nella ciclotimia, un quadro analogo al bipolare II, è più difficile distinguere singoli episodi depressivi, in quanto vi è un continuo passaggio tra umore depresso e umore elevato o irritabile, che rende tempestosa la biografia di questi soggetti in cui può essere posta la diagnosi di disturbi di personalità di tipo narcisistico, istrionico o borderline, proprio in virtù della estrema instabilità dell’umore che rende le vite di questi soggetti ricche di avventure sentimentali, di cambiamenti geografici e lavorativi, e soprattutto li rende attratti dalle sostanze psicoattive usate di volta in volta per incrementare lo stato euforico o per sollevare dalla depressione, oppure per lenire l’irritabilità e curare l’insonnia.

scritto da Alessandra Benedetti